WLS2: cosa ne pensate?
Inviato: gio 15 ott 2020, 11:37
Ciao a tutti,
ultimamente avevo letto distrattamente di come MS si stesse gradualmente avvicinando a Linux e dopo qualche ricerca(veloce) mi sono imbattuto in questa nuova "feature" di Win10, che da quello che ho capito è una sorta di cygwin evoluto.
Non mi è molto chiaro a chi dovrebbe servire e perché, ma da quel (poco) che ho letto è pensata per gli utenti (Win) che hanno bisogno di eseguire comandi Unix estemporanei..., ma quando accade? Capisco l'esigenza di una cosa tipo Wine(la controparte linux di wls), perché è plausibile che un utente linux(diciamo desktop) si imbatta in situazioni in cui serve Win(vedi drivers/giochi [semplici]/strumenti Win [abituali o obbligati]), dovute alla proverbiale diffusione di Win e al conseguente sbilanciamento in termini di supporto hw, ma non mi è chiaro quale Dev[Op] si trovi nella situazione immaginata da MS... vorrei capire meglio il target di riferimento. Non penso che uno sviluppatore, o meglio ancora un sistemista, abbia bisogno di una sandbox locale Unix per lavorare, in genere si collega con strumenti MS ad una macchina Unix e lavora lì...
Passiamo al mio secondo dubbio: perché dovrei usare wls e non una banale virtualizzazione?
In teoria, secondo quelli che spiegano il meccanismo, wls2 dovrebbe essere meno avido di risorse rispetto ad una VM, ma aldilà delle necessarie prove a corredo(non pervenute), e gli ovvi vincoli dettati da MS stessa(vedi kernel 4.19) io trovo la soluzione veramente anacronistica. Se ho bisogno di una sandbox voglio che lo sia, e in questo le VM sono ideali; se ho bisogno(vedi sopra) di qualche strumento estemporaneo uso cygwin(ad esempio).
Nella pratica il meccanismo presuppone che installando Ubuntu, o qualche altra distro presente sullo store MS, eseguendo dei comandi che mi ricordano parecchio il [pure lui] anacronistico Wine(vedi sopra) dovrei riuscire ad eseguire un ls o un git clone o più fruttuosamente Firefox(così sto alla larga dei virus dei siti porno che si prendono su Win)? No sul serio, stiamo scherzando? Oltre ad essere anacronistico mi sembra anche un pelino macchinoso...
Per lavoro uso la mia workstation (ovviamente) equipaggiata con Slackware, ma -raramente- con alcuni clienti mi capita di dover usare strumenti aziendali dell'ecosistema MS o più banalmente una VPN di Checkpoint che non funziona in Slackware, quindi che faccio? Mi tiro su la VM Win creata ad-hoc per il cliente e lavoro lì. Sarà che io sono un utente Linux di vecchia data, quindi la mia percezione della cosa è abbastanza critica a priori, ma realmente non trovo un fondamento di questa funzionalità. In 20 anni a me e a qualunque utente Linux più esperto, è capitato di imbattersi in restrizioni che ci hanno "obbligati" ad usare Win, ma nella maggior parte dei casi se ne può fare a meno(magari aggirando il problema), per i restanti pochi casi si avvia Win o si usa una VM...
Forse mi sfugge qualcosa, ma sono curioso di sapere cosa ne pensate.
Grazie in anticipo.
ultimamente avevo letto distrattamente di come MS si stesse gradualmente avvicinando a Linux e dopo qualche ricerca(veloce) mi sono imbattuto in questa nuova "feature" di Win10, che da quello che ho capito è una sorta di cygwin evoluto.
Non mi è molto chiaro a chi dovrebbe servire e perché, ma da quel (poco) che ho letto è pensata per gli utenti (Win) che hanno bisogno di eseguire comandi Unix estemporanei..., ma quando accade? Capisco l'esigenza di una cosa tipo Wine(la controparte linux di wls), perché è plausibile che un utente linux(diciamo desktop) si imbatta in situazioni in cui serve Win(vedi drivers/giochi [semplici]/strumenti Win [abituali o obbligati]), dovute alla proverbiale diffusione di Win e al conseguente sbilanciamento in termini di supporto hw, ma non mi è chiaro quale Dev[Op] si trovi nella situazione immaginata da MS... vorrei capire meglio il target di riferimento. Non penso che uno sviluppatore, o meglio ancora un sistemista, abbia bisogno di una sandbox locale Unix per lavorare, in genere si collega con strumenti MS ad una macchina Unix e lavora lì...
Passiamo al mio secondo dubbio: perché dovrei usare wls e non una banale virtualizzazione?
In teoria, secondo quelli che spiegano il meccanismo, wls2 dovrebbe essere meno avido di risorse rispetto ad una VM, ma aldilà delle necessarie prove a corredo(non pervenute), e gli ovvi vincoli dettati da MS stessa(vedi kernel 4.19) io trovo la soluzione veramente anacronistica. Se ho bisogno di una sandbox voglio che lo sia, e in questo le VM sono ideali; se ho bisogno(vedi sopra) di qualche strumento estemporaneo uso cygwin(ad esempio).
Nella pratica il meccanismo presuppone che installando Ubuntu, o qualche altra distro presente sullo store MS, eseguendo dei comandi che mi ricordano parecchio il [pure lui] anacronistico Wine(vedi sopra) dovrei riuscire ad eseguire un ls o un git clone o più fruttuosamente Firefox(così sto alla larga dei virus dei siti porno che si prendono su Win)? No sul serio, stiamo scherzando? Oltre ad essere anacronistico mi sembra anche un pelino macchinoso...
Per lavoro uso la mia workstation (ovviamente) equipaggiata con Slackware, ma -raramente- con alcuni clienti mi capita di dover usare strumenti aziendali dell'ecosistema MS o più banalmente una VPN di Checkpoint che non funziona in Slackware, quindi che faccio? Mi tiro su la VM Win creata ad-hoc per il cliente e lavoro lì. Sarà che io sono un utente Linux di vecchia data, quindi la mia percezione della cosa è abbastanza critica a priori, ma realmente non trovo un fondamento di questa funzionalità. In 20 anni a me e a qualunque utente Linux più esperto, è capitato di imbattersi in restrizioni che ci hanno "obbligati" ad usare Win, ma nella maggior parte dei casi se ne può fare a meno(magari aggirando il problema), per i restanti pochi casi si avvia Win o si usa una VM...
Forse mi sfugge qualcosa, ma sono curioso di sapere cosa ne pensate.
Grazie in anticipo.