Facoltà universitaria: Informatica o Scienze di Internet?

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elettronicha
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Messaggio da elettronicha »

comunque non c'entra secondo me la presunta difficoltà di un ordinamento o di un altro con il grado di avanzamento tecnologico. nelle facoltà americane tanto di computer science quanto di ingegneria si tende a formare delle scimmie ammaestrate, nel senso che la teoria è davvero pochina e si fa molta più pratica che in italia (questo è quanto sentivo dai prof che insegnavano anche negli USA). quindi i corsi sono molto più specialistici e applicativi. Per quanto invece ho potuto vedere, anche in Francia e in Spagna si tende a tagliare teoria "inutile" ma si fa molto più laboratorio. io non sono tanto pessimista nei confronti del Nuovo Ordinamento, se solo fosse stato interpretato e attuato bene... A mio parere andavano già bene i diplomi universitari di 3 anni separati dalle lauree di 5, bisognava solo proseguire su quella via ammodernando molto il diploma e solo un po' la laurea.

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Paoletta
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Messaggio da Paoletta »

quindi i corsi sono molto più specialistici e applicativi
e difatti per fare ricerca chiamano dall'estero i ricercatori strapagandoli...

sir_alex
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Messaggio da sir_alex »

Paoletta ha scritto:
quindi i corsi sono molto più specialistici e applicativi
e difatti per fare ricerca chiamano dall'estero i ricercatori strapagandoli...
D'altro canto, se una barca di ricercatori italiani viene assunta per lavorare all'estero (vedi i vari Report sulla fuga dei cervelli, che non sono quella decina di geniacci ma sono migliaia) vuol dire che tanto male non siamo... in fondo i 2 anni di specialistica li abbiamo solo noi (poi i nostri master di 2° livello non hanno valore legale, ma esistono lo stesso... alla fin fine si fa la laurea, poi il master mascherato da 2° livello e volendo un ulteriore master di approfondimento, insomma studiamo una cifra!)...

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elettronicha
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Messaggio da elettronicha »

Paoletta ha scritto:e difatti per fare ricerca chiamano dall'estero i ricercatori strapagandoli...
naaaaa, non è perché gli italiani siano più bravi degli americani perché fanno più teoria all'università o durante il dottorato. un mio amico fisico è in new mexico per conto del politecnico nei lab dove è stata costruita la prima bomba atomica (...), lì ci sono ragazzi di tutte le nazionalità (americani, italiani, spagnoli, francesi, cinesi, indiani, etc.) e sono di sicuro tutti bravi e preparati. Il fatto è che in America e in UK destinano tanti soldi a tanti progetti di ricerca e hanno bisogno di work force, che da soli non riescono a fornire, quindi è ovvio si rivolgano a persone di tutto il mondo, selezionando i migliori.
e non è nemmeno vero che un ricercatore americano o statunitense sia strapagato. In Inghilterra per esempio (sono informato perché la mia ragazza ha fatto un colloquio l'altro giorno per post-doc a londra) danno dai 26000 ai 36000 pounds lordi per post-doc, che è una bella somma rispetto ai miserrimi 800-1000 euro/mese netti di un ricercatore italiano, ma toglierei il superlativo "stra-"

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cymon
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Messaggio da cymon »

polmol ha scritto:Iquello che vorrei farvi capire è che ingegneria informatica e informatica non sono la stessa cosa....

Riguardo la questione dell'iscrizione all'albo degli ingegneri....beh...si anche i laureati in informatica possono iscriversi.....e meno male!!!!
L'albo degli ingegneri informatici non può rimanere una cosa d'elitè......solo un ingegnere informatico può firmare un progetto software?Un informatico non ne è capace?.
Mi sembra un post contraddittorio. Quelli di informatica e gli ing.inf non sono la stessa cosa, ma alla fin fine possono fare le stesse cose... insomma, il ragionamento non mi sembra fili tanto.
Non voglio parlare di informatica, è un corso di laurea che non conosco... quello che so di ingegneria è che, al di là della caratterizzazione informatica, la sua base è, per l'appunto l'ingegneria: fondamenta matematiche teoriche e applicate solidissime (e complesse, cosa riconosciuta da tutti), un approccio alla modellizzazione prima della realizzazione e la vocazione, di fondo, di fornire una cultura generale tecnica che possa essere applicata. Questo è proprio di tutte le ingegnerie, non per niente il grosso viene fornito nei primi due anni (dove gran parte dei corsi di studio sono abbastanza intercambiabili). Al di sopra di questo formi l'identità informatica, che a sua volta prima di occupa della progettazione del software (e reti, e sistemi...) e poi, eventualmente, della sua realizzazione. A programmare ci arrivi, vero, ma quale ultimo step.
Questa "cultura" che non è solo matematica (anche perché al di fuori delle 2/3 analisi matematica pura se ne fa poca, al massimo logica), secondo me, determina l'ingegnere e la possibilità di "firmare progetti" (che poi in ambito informatico lascia il tempo che trova come definizione, non parliamo di edili...), al di là della difficoltà/facilità del corso e difficilmente credo possa esistere al di fuori dell'ambito dell'ingegneria in sé.

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ildiama
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Messaggio da ildiama »

zappa ha scritto: comunque se posso dispensare un consiglio per tutti quelli che devono ancora iscriversi e sono indecisi su Ing Informatica o Informatica o simili, meglio Ingegneria Informatica che sicuramente da una base solida e una flessibilita' mentale che poche facolta' offrono, poi c'e' l'albo degli Ingegneri che non e' cosa da poco ai tempi di oggi.
Purtroppo come tutte le branche di Ingegneria i primi 10 o 15 esami sono un po' tosti, ma ne vale la pena. Ci fosse stata da me l'avrei preferita a Informatica! :)
Ma.. il primo sembra un discorso piuttosto relativo. Se vuoi studiare informativa, fai informatica, no una roba che parte dall'ingegneria (ma che è, l'ingegneria?) e "tende" vagamente all'informatica.

Per quanto riguarda l'iscrizione all'albo, un laureato in informatica (quella vera) ha la possibilità di fare l'esame di stato, poichè informatica è fra le specialità previste. E alla fine avere il titolo di ingegnere in informatica senza la laurea in ingegneria.

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corrado
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Messaggio da corrado »

ildiama ha scritto:
Per quanto riguarda l'iscrizione all'albo, un laureato in informatica (quella vera) ha la possibilità di fare l'esame di stato, poichè informatica è fra le specialità previste. E alla fine avere il titolo di ingegnere in informatica senza la laurea in ingegneria.
L'iscrizione ad un albo professionale ti "abilita" all'esercizio di una professione, non ti da un titolo accademico (che solo la laurea universitaria ti da).
Quindi essere abilitato a svolgere la professione di ingegnere non significa avere il titolo di ingegnere.

Saluti
corrado

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cymon
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Messaggio da cymon »

ildiama ha scritto: Ma.. il primo sembra un discorso piuttosto relativo. Se vuoi studiare informativa, fai informatica, no una roba che parte dall'ingegneria (ma che è, l'ingegneria?) e "tende" vagamente all'informatica.
Mha, cosa sia l'ingegneria l'ho detto prima:
l'ingegneria: fondamenta matematiche teoriche e applicate solidissime (e complesse, cosa riconosciuta da tutti), un approccio alla modellizzazione prima della realizzazione e la vocazione, di fondo, di fornire una cultura generale tecnica che possa essere applicata.
Cosa sia l'informatica (quella vera) invece mi sfugge. Come mi sfugge il fatto che a ingegneria informatica non si faccia... dev'essere una cosa proprio strana.

sir_alex
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Messaggio da sir_alex »

corrado ha scritto:
ildiama ha scritto:
Per quanto riguarda l'iscrizione all'albo, un laureato in informatica (quella vera) ha la possibilità di fare l'esame di stato, poichè informatica è fra le specialità previste. E alla fine avere il titolo di ingegnere in informatica senza la laurea in ingegneria.
L'iscrizione ad un albo professionale ti "abilita" all'esercizio di una professione, non ti da un titolo accademico (che solo la laurea universitaria ti da).
Quindi essere abilitato a svolgere la professione di ingegnere non significa avere il titolo di ingegnere.

Saluti
corrado
Indubbiamente, ciò non toglie che se sei iscritto all'albo puoi scriverti "Ingegnere" come titolo, e non vedo perchè cavolo lo possano fare anche quelli che non hanno studiato da ingegneri (senza offesa per nessuno eh, è semplicemente un'altra facoltà)!

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Messaggio da corrado »

sir_alex ha scritto:
Indubbiamente, ciò non toglie che se sei iscritto all'albo puoi scriverti "Ingegnere" come titolo, e non vedo perchè cavolo lo possano fare anche quelli che non hanno studiato da ingegneri (senza offesa per nessuno eh, è semplicemente un'altra facoltà)!
I laureati possono firmarsi Dott. Ing. :)

Pensa che ci sono laueati in economia e commercio che fanno il dottorato di ricerca
in ingegneria elettrica e dell'informazione... (lasciamo stare il modo in cui si è vinto il posto di "dottore di ricerca")

Saluti
corrado

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Messaggio da elettronicha »

corrado ha scritto:
sir_alex ha scritto:Pensa che ci sono laueati in economia e commercio che fanno il dottorato di ricerca
in ingegneria elettrica e dell'informazione... (lasciamo stare il modo in cui si è vinto il posto di "dottore di ricerca")

Saluti
corrado
contenti loro... dispiace solo per quelli che sono stati esclusi abusivamente.

perplesso
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Re:

Messaggio da perplesso »

corrado ha scritto:
gio 21 giu 2007, 8:58
ildiama ha scritto:
Per quanto riguarda l'iscrizione all'albo, un laureato in informatica (quella vera) ha la possibilità di fare l'esame di stato, poichè informatica è fra le specialità previste. E alla fine avere il titolo di ingegnere in informatica senza la laurea in ingegneria.
L'iscrizione ad un albo professionale ti "abilita" all'esercizio di una professione, non ti da un titolo accademico (che solo la laurea universitaria ti da).
Quindi essere abilitato a svolgere la professione di ingegnere non significa avere il titolo di ingegnere.

Saluti
corrado
Sbagliato.
Titoli di studio di livello universitario sono la laurea o diploma di laurea (regio decreto 1592/1933, legge 341/1990, decreto MURST 509/1999 e decreto MIUR 270/2004), il diploma universitario (legge 341/1990), il diploma di scuola diretta a fini speciali (DPR 162/1982), la laurea specialistica (combinato disposto tra l'art. 17, c. 95, della legge 127/1997 e i decreti MURST 509/1999 e MIUR 270/2004), i master universitari di primo e secondo livello (DD.MM. 509/1999 e 270/2004), i diplomi di specializzazione (varie fonti), il dottorato di ricerca (legge 28/1980, DPR 382/1980, DD.MM. 509/1999 e 270/2004, decreto MIUR 45/2013),
Qualifiche accademiche sono dottore, dottore magistrale e dottore di ricerca, che spettano rispettivamente a chi ha conseguito la laurea del nuovo ordinamento e i titoli ad essa equiparati (in ultimo, con decreto interministeriale 9 luglio 2009), a chi ha conseguito la laurea specialistica, la laurea magistrale o il diploma di laurea del previgente ordinamento e infine a chi ha conseguito il dottorato di ricerca (cfr. RD 1269/1938, legge 262/1958, DD.MM. 509/1999 e 270/2004).
Quando ci si laurea in Ingegneria si consegue la laurea in Ingegneria e si viene pertanto proclamati dottori in Ingegneria. Cioè si diventa titolari della laurea in Ingegneria, che dà diritto a fregiarsi della qualifica accademica di dottore in Ingegneria (abbreviabile in «dott. ing.», ma io lo sconsiglio in quanto potrebbe facilmente essere confuso con «ing. dott.» e cioè «ingegnere dottor Pinco Pallino»: e in questo caso, senza essere iscritti all'albo, si rischierebbe di incorrere nell'illecito di cui all'art. 498 cod. pen. o addirittura nel delitto di cui al 348).
Quello di ingegnere invece è un titolo professionale regolato da un complesso di norme — la più significativa delle quali, prima del DPR 328/2001, risaliva al Fascismo — tra cui qui si possono trovare quelle principali. Tale titolo *non* si acquisisce con il titolo di studio universitario, ma si ottiene mediante il superamento dell'esame di Stato per l'abilitazione alla professione di ingegnere. Superato l'esame, si viene dichiarati abilitati e ci si può iscrivere all'albo. A differenza di come avviene in altre professioni (ad esempio per quella di avvocato, in cui la spendita del titolo è consentita anche se non si esercita più la professione, a condizione che si sia stati iscritti all'albo almeno per un giorno, ancorché sul piano deontologico sia ritenuta corretta solo nell’ipotesi in cui non sussista confusione sullo stato giuridico di chi se ne avvale, cioè purché non sia idonea a ingenerare nel destinatario della comunicazione l’erronea convinzione in merito all'attività esercitata), la spendita del titolo è riservata a chi esercita la professione, pertanto non è possibile presentarsi come ingegneri, ancorché abilitati, se non si è iscritti all'albo.
Tutto quanto sopra vale a dire che un laureato in Scienze e tecnologie informatiche e un laureato magistrale in Informatica o in Sicurezza informatica che siano iscritti all'albo degli ingegneri sono ingegneri (nel primo caso iuniores) a tutti gli effetti di legge, mentre un laureato in Ingegneria e un laureato in Ingegneria informatica che non siano iscritti all'albo NON sono ingegneri e se si presentano come tali la stanno violando, la legge (possono pesentarsi come dottori).

Faccio presente, infine, che, contrariamente a quanto letto nella discussione, non è al Politecnico di Milano che hanno varato la riforma universitaria; non sarebbe stato tecnicamente possibile in quanto il Politecnico di Milano non è titolare né di potere legislativo né esercita un potere esecutivo di portata generale (cioè con la possibilità di emanare regolamenti amministrativi validi erga omnes).

Auguro un felice 2021 a tutti.

Considerando la vetustà della discussione, tralascio tutte le altre inesattezze, per usare un eufemismo, in cui mi sono imbattuto.

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