la strada del sistemista linux/unix

Area di discussione libera.

Moderatore: Staff

Regole del forum
1) Rispettare le idee altrui.
2) Evitare le offese dirette.
3) Leggere attentamente le risposte ricevute
4) Scrivere i messaggi con il colore di default, evitare altri colori.
5) Scrivere in Italiano o in Inglese, se possibile grammaticalmente corretto, evitate stili di scrittura poco chiari, quindi nessuna abbreviazione tipo telegramma o scrittura stile SMS o CHAT.
6) Appena registrati è consigliato presentarsi nel forum dedicato.

La non osservanza delle regole porta a provvedimenti di vari tipo da parte dello staff, in particolare la non osservanza della regola 5 porta alla cancellazione del post e alla segnalazione dell'utente. In caso di recidività l'utente rischia il ban temporaneo.
Avatar utente
F4B1CK
Linux 2.x
Linux 2.x
Messaggi: 295
Iscritto il: dom 11 gen 2004, 0:00
Slackware: current 64 bit
Kernel: 5.14.x
Desktop: KDE PLASMA
Località: Cosenza
Contatta:

Re: la strada del sistemista linux/unix

Messaggio da F4B1CK »

lablinux ha scritto:
gio 31 dic 2020, 11:23
magari la presenza è richiesta una volta al mese. Puoi tranquillamente lavorare da remoto, è una condizione anomala quella italiana dove il lavoro da remoto è poco considerato.
Con la pandemia, è da mazro che lavoro da remoto (svillupatore IT). Anche i sistemisti lavorano da remoto. L'azienda (più di 200 persone) ha faticato le prime settimane ad organizzare e ampliare le connessioni ma ormai è lo standar.
Non so se finità l'emergenza Covid rientreremo in sede o meno. La mia speranza, come quella di altri colleghi, sarebbe un mix, 2 giorni in sede e tre da remoto.

PS la 'fregatura' di lavorare da remoto è che non ci sono straordinari, mi è capitato di lavorare anche di domenica praticamente a gratis
Da me capita anche con il lavoro in sede. Spesso e volentieri, dato che risultano sempre presenti emergenze imprescindibili (ovvero non hanno saputo gestire i tempi di rilascio o gli accordi con il cliente e ci andiamo di sotto noi di sistemi). Cosa che però a breve cercherò di far capire a chi di dovere, oppure a farmela pagare come si deve.

Tutto il mondo è paese

Avatar utente
F4B1CK
Linux 2.x
Linux 2.x
Messaggi: 295
Iscritto il: dom 11 gen 2004, 0:00
Slackware: current 64 bit
Kernel: 5.14.x
Desktop: KDE PLASMA
Località: Cosenza
Contatta:

Re: la strada del sistemista linux/unix

Messaggio da F4B1CK »

rik70 ha scritto:
gio 31 dic 2020, 13:37
La fregatura vera di tutta questa faccenda è che prima o poi le aziende italiane capiranno che da remoto un lavoratore che so... indiano... costerà 'n' volte meno di uno "autoctono".

E in un sistema nel quale per restare "competitivo" devi per forza far leva sul costo del lavoro(ormai dopo 20 anni possiamo darlo per assodato) il conto è presto fatto.

Perdonate la ventata di ottimismo.
Finché l'Italia sarà gestita da manager che non guardano alla qualità del lavoro, ma al costo, andrà così. Come citava BRG, è vero che il software di bordo del Boeing 737 MAX è stato fatto da remoto dagli indiani, ma è anche vero che ha causato incidenti non di poco conto perché c'erano bug gravi e non erano stati fatti i test opportuni.

Se chi comanda non capisce questo, offrendo ai propri clienti in primis qualità, le aziende italiane di fatto diventeranno delle succursali dell'india con gli stessi standard qualitativi (ovviamente senza fare di tutta l'erba un fascio, ci sono ovunque persone estremamente preparate, ma quelle si pagano anche se sono di nazionalità estera)

Rispondi